lunedì 19 luglio 2010

Sant' Epafra di Colossi

Vescovo e martire

Epafra era originario di Colossi e pagano; fu convertito da S. Paolo durante il triennio di apostolato ad Efeso. È fondatore e capo della Chiesa di Colossi. L'Apostolo ne tesse due volte l'elogio:
- in Col. 1,6-8 : “...così anche fra voi dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appresa da Epafra, nostro caro compagno nel ministero; egli ci supplisce come un fedele ministro di Cristo, e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.” ;
- in Col. 4,12-13 : “Vi saluta Epafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il quale non cessa di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio. Gli rendo testimonianza che si impegna a fondo per voi, come per quelli di Laodicèa e di Geràpoli.”

Nella lettera a Filemone (Fm, 23-24), infine, S. Paolo scrive : “Ti salutano Epafra, mio compagno di prigione in Cristo Gesù, Marco, Aristarco, Dema, Luca, miei collaboratori.”.

Epafra, infatti, era a Roma con lui, venutovi da Colossi per visitarlo e confortarlo con l'assicurazione del vivo affetto di tutti i suoi fedeli. Nel fervore del suo zelo apostolico, Epafra fece anche presente a S. Paolo che l'eresia cercava di penetrare in quelle Chiese e per preservarle dal pericolo fece loro scrivere dall'apostolo.

La tradizione formatasi su questo santo discepolo di S. Paolo fu raccolta da Adone: “Natalis beati Epaphrae, qui a beato Paulo Colossis ordinatus episcopus, clarus virtutibus, martyrii palmam pro ovibus sibi commendatis virili agone percepit; sepultus apud eandem urbem”.

Il Martirologio Romano, in data del 19 luglio, riporta, praticamente, il testo latino di Adone : “A Colossi, nella Frigia, il natale di sant’Epafra, che san Paolo Apostolo chiama compagno di prigione. Ordinato Vescovo in Colossi dallo stesso Apostolo, ivi chiaro per virtù, con valoroso combattimento, per le pecorelle affidategli, ricevette la palma del martirio: il suo corpo fu riposto in Roma” (in Santa Maria Maggiore).

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