Lettera 131, 22 ottobre 1552
Corriamo due pericoli, secondo le gente del posto. Il primo è che, dopo aver ricevuto il nostro denaro, l'uomo che ci guida ci abbandoni, in qualche isola deserta o ci getti a mare per sfuggire al governatore di Canton. Il secondo è che, se giungiamo con lui a Canton e arriviamo in presenza del governatore, questi ci infligga maltrattamenti e ci sbatta in prigione. Infatti il nostro intervento è inaudito. Molti decreti vietano a chiunque l'accesso in Cina e, senza un'autorizzazione del re, è assolutamente proibito agli stranieri penetrarvi. Oltre a questi due pericoli, c'è ne sono molti altri, più gravi ancora. Sarebbe molto lungo descriverli ; eppure non smetterò di citarne parecchi.
Il primo è perdere speranza e fiducia nella misericordia di Dio. È per amore suo e per il suo servizio che andiamo a far conoscere la sua legge e Gesù Cristo suo Figlio e nostro Redentore e Signore. Egli sa bene questo, poiché è stato lui, nella sua santa misericordia, ad averci comunicato questi desideri. Ora, perdere fiducia nella sua misericordia e nel suo potere in mezzo ai pericoli nei quali possiamo cadere per il suo servizio è un pericolo incomparabilmente più grande dei mali che possono suscitarci tutti i nemici di Dio. Infatti, se il suo massimo servizio lo richiede, egli ci custodirà dai pericoli di questa vita, e senza il permesso e l'autorizzazione di Dio, i demoni e i loro ministri non possono affatto nuocerci.
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