Il martirologio romano lo celebra il 2 febbraio, mentre la Chiesa Ambrosiana il 1° febbraio.
Andrea Ferrari, figlio di Giuseppe e Maddalena Longarini, nasce a Lalatta di Palanzano, in provincia di Parma, il 13 Agosto 1850.
Nel 1861 viene accolto nel Seminario di Parma, dove studia teologia e filosofia.
Nel 1873 viene ordinato Sacerdote. Nei primi anni da parroco, prima a Mariano poi a Fornovo Taro, si dedica soprattutto all’educazione dei giovani.
Nel 1875 il Vescovo lo richiama a Parma come Vicerettore del Seminario dove lui stesso ha studiato. Due anni dopo, a soli 26 anni, succede al Rettore e per 15 anni vive con i suoi seminaristi e insegna fisica e matematica. Su richiesta del Vescovo si laurea in Teologia e diviene l’anima degli studi teologici diocesani.
Nel 1890, a soli 40 anni, il Pp Leone XIII lo nomina Vescovo di Guastalla e un anno dopo Vescovo di Como. In un clima difficile, dove ateismo e anticlericalismo dilagano, il Vescovo Ferrari si distingue per il suo zelo, che lo porta a visitare tutta la vastissima Diocesi di Como e, in primis, i poveri e gli ammalati.
Nel 1894 il Papa lo nomina Arcivescovo di Milano. È in questa occasione che assume, accanto al suo nome di Battesimo, anche quello di Carlo, in onore di S. Carlo Borromeo.
Facendo sua l’esortazione di Papa Leone di “uscire dalle sacrestie”, il Cardinale intensifica il proprio impegno nel sociale. Per arginare la propaganda marxista e aiutare la popolazione, l’arcivescovo decide di attuare degli interventi sociali: vengono fondate le Casse di risparmio e le Cooperative di consumo.
Nel 1898 a Mila lo sciopero generale sfocia in una rivolta popolare e in una repressione armata. In quei giorni il Cardinale si trova ad Asso, presso Erba, e il mancato rientro a Milano viene strumentalizzato: viene accusato di aver abbandonato la sua gente nel momento del bisogno.
Partecipò ai conclavi del 1903 e del 1914, che elessero papi rispettivamente il cardinale Giuseppe Sarto (Pp Pio X) e il cardinale Giacomo della Chiesa (Pp Benedetto XV).
Nel 1907, il cardinale, insieme al clero e al seminario di Milano, viene accusato di modernismo. Accusa che viene recepita anche da S. Pio X, il quale solo dopo 5 anni riconoscerà l’infondatezza delle accuse rivolte al Cardinale e deciderà di riceverlo.
Contrario all’utilizzo delle armi e deciso fautore di una via diplomatica alla soluzione delle controversie internazionali, allo scoppio della prima guerra mondiale, il Cardinale si dedica alle attività di carità verso i più bisognosi e finalmente, anche nell'opinione pubblica più anticlericale, si dissipa il pregiudizio che faceva apparire “il Ferrari” come antipatriota.
Nel 1912 promosse la fondazione di un nuovo quotidiano che sostituisse "L'Unione". Il nuovo organo d'informazione si chiamò "L'Italia".
Dopo la guerra, l’opera sociale del Cardinale prosegue senza sosta: nascono le mense operaie, le mense quotidiane per i poveri.
Nel 1921 sorge la Casa del Popolo, poi chiamata Opera Cardinal Ferrari. Nello stesso anno, viene inaugurata anche l’Università Cattolica, progetto alla cui realizzazione il Cardinale aveva fortemente lavorato negli anni precedenti.
Il Cardinale si ammala di cancro alla gola e al suo capezzale inizia un pellegrinaggio incessante, di persone di ogni condizione sociale, credenti e non credenti, che gli fa visita.
Muore il 2 febbraio 1921. Nonostante la pioggia, i funerali del pastore defunto riuscirono un trionfo per l'incredibile concorso di vescovi, di sacerdoti e di fedeli. Il governo italiano lo commemorò alla camera e permise che fosse sepolto in duomo. Don Giovanni Roncalli, che ebbe frequenti contatti con lui, lo considerò sempre "un autentico santo", e quando diventò papa non si stancava di ripetere: "Se Pio X aveva una statura di santità di un metro, il Card. Ferrari l'aveva di quattro".
Papa Paolo VI ne riconobbe l'eroicità delle virtù il 1° febbraio 1975 e Papa Giovanni Paolo II lo beatificò il 10 maggio 1987.
Le sue spoglie mortali, ancora ben conservate, sono venerate nel duomo di Milano sotto l'altare dedicato al S. Cuore di Gesù.
Significato del nome Andrea : "virile, gagliardo" (greco)
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