San Beda il Venerabile (c. 673-735), monaco, dottore della Chiesa
Omelie sul Vangelo, I, 4 ; CCL 122, 25ss
«L'anima mia magnifica il Signore; il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore». Il significato primo di queste parole è certamente quello di riconoscere i doni che Dio ha concesso a lei, Maria, in particolare; ma ella ricorda poi i benefici universali di cui Dio non cessa di circondare la razza umana.
L'anima glorifica il Signore quando consacra tutte le sue forze interiori a lodare e a servire Dio; quando, con la sua sottomissione ai precetti divini, mostra di non perdere mai di vista la sua potenza e la sua maestà. Lo spirito esulta in Dio suo Salvatore, quando mette tutta la sua gioia nel ricordarsi del suo Creatore da cui spera la salvezza eterna. Probabilmente queste parole esprimono esattamente quello che pensano tutti i santi, ma era particolarmente appropriato che fossero pronunciate dalla beata Madre di Dio che, ricolmata di un privilegio unico, ardeva di un amore tutto spirituale per colui che lei aveva avuto la gioia di concepire nella sua carne. Lei aveva ben motivo, e più di tutti i santi, di esultare di gioia in Gesù – vale a dire nel suo Salvatore – perché sapeva che colui che lei riconosceva come l'autore eterno della nostra salvezza, sarebbe, nel tempo, nato dalla sua stessa carne, e in modo così vero e autentico che in un'unica persona sarebbero stati realmente presenti suo figlio e il suo Dio...
Per questo è un uso eccellente e salutare, il cui profumo spande la sua fragranza sulla Santa Chiesa, quello di cantare ogni giorno, ai vespri, il cantico della Vergine. Ci si può aspettare da questo che le anime dei fedeli, facendo così spesso memoria dell'incarnazione del Signore, s'infiammino di un fervore più intenso, e che il ricordo così frequente degli esempi della sua santa Madre li confermi nella virtù. Ed è proprio il momento giusto, ai vespri, per ritornare a questo canto, perché la nostra anima, stanca della giornata e sollecitata in varie direzioni dai pensieri del giorno, ha bisogno, quando si avvicina l'ora del riposo, di raccogliersi per ritrovare l'unità della sua attenzione.
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