San Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Omelia attribuita
Quale mistero nuovo e mirabile! Giovanni non è ancora nato e già parla con i suoi sussulti; non appare ancora e già proferisce avvertimenti; non può ancora gridare e già si fa sentire con degli atti; non ha ancora iniziato la sua vita e già predica Dio; non vede ancora la luce e già mostra il sole; non è ancora messo al mondo e già si affretta ad agire da precursore. Il Signore è lì: egli non riesce a trattenersi, non sopporta di aspettare i limiti stabiliti dalla natura, ma si sforza di infrangere la prigione del grembo materno e cerca di far conoscere subito la venuta del Salvatore. «È arrivato, dice, colui che spezza i legami. E io resto incatenato, sono ancora costretto a rimanere qui? Il Verbo viene per ristabilire ogni cosa e io resto ancora prigioniero? Uscirò, correrò davanti a lui e annuncerò a tutti: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1,29)
Ma dicci, Giovanni, ancora trattenuto nell'oscurità del seno di tua madre, come fai a vedere e sentire? Come fai a contemplare le cose divine? Come puoi tu sussultare ed esultare? «Grande, dice lui, è il mistero che si compie, è un atto che sfugge alla comprensione dell'uomo. A buon diritto innovo nell'ordine naturale a causa di colui che deve innovare nell'ordine soprannaturale. Io vedo, ancor prima di nascere, perché vedo in gestazione il Sole di giustizia (Ml 3,20). Percepisco con l'udito, perché venendo al mondo io sono la voce che precede il grande Verbo. Grido, perché contempo, rivestito della sua carne, il Figlio unigenito del Padre. Esulto, perché vedo il Creatore dell'universo ricevere la forma umana. Sobbalzo, perché penso che il Redentore del mondo ha preso corpo. Io sono il precursore della sua venuta e precedo la vostra testimonianza con la mia»
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento