Mc 10,13-16
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
C’è ancora una completa divergenza tra Gesù e i discepoli nell'idea che si fanno della sua missione. Devono imparare che il regno di Dio non è in mano alle persone che contano, che le preferenze di Dio sono rivolte a coloro che sono considerati insignificanti, come
i bambini, a coloro che sanno attendere e accogliere tutto da lui, senza pretese, alla maniera dei piccoli.
La reazione violenta di Gesù
(si indignò), dà ragione all'ardire dei bambini e dei
loro genitori e torto all'ottusità dei discepoli.
«Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite».
Questa frase ci richiama l’altra: «Chi scandalizza
(impedisce, mette ostacolo) uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino
al collo e venga gettato nel mare» (Mc 9,42).
Questo riferimento spiega ulteriormente l’indignazione di Gesù verso i
discepoli: aveva appena finito la lezione ed essi dimostrano
con i fatti che, ancora una volta, non avevano capito o
non avevano voluto capire niente.
«Perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio».
Soltanto i bambini sono in grado di chiamare Dio «Abbà», «Papà», «Babbo» con fiducia infantile e sentirsi al sicuro sotto la sua protezione, consci del suo illimitato amore. I bambini quindi sono quelli di ogni età che sentono in questo modo nei confronti di Dio e vivono «l’infanzia spirituale».
«E prendendoli tra le braccia e ponendo le mani sopra di loro, li benediceva».
L’umanità di Gesù è autentica,
profonda e senza artifici. Nel suo modo di fare rivela
un cuore delicato, sensibile e incline alla bontà.
Il vero discepolo è colui che sa di non possedere nulla e di ricevere tutto dal Padre, come un bambino. È total-
mente dipendente da Dio.
E ciò non solo non gli dispiace, ma lo fa totalmente felice.
Il Regno non è un prodotto da costruire, ma un dono da accogliere, che c’è già. È Gesù, il Figlio nel quale an-
che noi diventiamo figli del Padre e fratelli di tutti.
Padre Lino Pedron
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