Lc 5,12-16
Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va' invece a mostrarti al sacerdote e fa' l'offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.
La guarigione del lebbroso manifesta la salvezza dell'uomo pienamente reintegrato nel popolo e nei privilegi dell'alleanza. La benedizione di Dio si manifesta in forma tangibile in mezzo al suo popolo attraverso la potenza di guarigione di Gesù.
L'uomo che si presenta a Gesù è pieno di impurità e di morte. È esattamente il contrario di Gesù che è uscito dal Giordano "pieno di Spirito Santo" (4,1), cioè pieno della vita di Dio.
La lebbra rende l'uomo un morto civile e religioso, che la legge esclude dalla società e dal culto (Lv 13). L'unica legge che il lebbroso è tenuto ad osservare è quella di escludersi totalmente dal consorzio umano (Lv 13,45).
È importante il fatto che Gesù toccò il lebbroso. Egli tocca colui che non poteva essere toccato, sfonda barriere e leggi, e raggiunge l'uomo nella sua debolezza. Con questo gesto Gesù si identifica con l'umanità piena di lebbra e di peccato.
In Gesù, Dio si rivela come identità tra volere e potere: "Lo voglio, sii risanato!" (v. 13). Il contatto con Gesù sana l'uomo dalla lebbra della morte e lo purifica.
Gesù non ha mai cercato la pubblicità: è ciò che deve anche distinguere il cristiano dagli altri. Egli invia il lebbroso guarito dai sacerdoti, tutori della legge, perché constatino che ciò che la legge non può fare è avvenuto: mondare l'uomo dalla morte.
Nei versetti immediatamente successivi, gli scribi e i farisei constateranno il perdono di Dio sulla terra, che nessuna legge può dare. La legge infatti può solo condannare il peccato. Dio invece tocca l'uomo nella sua miseria e lo libera.
Nel v. 15 è interessante l'accostamento tra "ascoltare" ed "essere guariti". La parola di Gesù è la potenza stessa di Dio che guarisce coloro che accorrono a lui con la coscienza e la fede del lebbroso.
L'accenno alla preghiera di Gesù del v. 16 è importante.
Egli non si lascia assorbire dall'attività della predicazione e delle guarigioni. La sua dimora e il termine del suo cammino è il Padre (cf. Lc 2,49; 23,46).
Padre Lino Pedron
------
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento