Mt 3,13-17
Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Il dialogo tra il Battista e Gesù mette in evidenza i loro rispettivi battesimi. La disponibilità di Giovanni a ricevere il battesimo di Gesù lo colloca intimamente nella comunità cristiana come membro della Chiesa di Gesù.
La risposta di Gesù a Giovanni è molto importante perché è la prima frase che Gesù pronuncia nel vangelo di Matteo: «Dobbiamo adempiere ogni giustizia». Questo è il programma del Padre per Gesù, per Giovanni e per tutti coloro che vorranno seguire Gesù. La «giustizia» nel vangelo di Matteo è la volontà di Dio che sarà annunciata da Gesù nel vangelo.
E Gesù è l’esempio dell’adempimento della volontà divina (Mt 26,39.42.44).
Accettando il battesimo di Giovanni, Gesù si presenta come il Messia dei peccatori e si fa solidale con loro. Egli attuerà pienamente la «giustizia» sul calvario con la sua morte e risurrezione.
Uscendo dalle acque del Giordano, Gesù inizia il suo viaggio che non avrà come meta finale Gerusalemme. I «cieli aperti» indicano la sua destinazione ultima. L’umiliazione nel battesimo di Giovanni è il punto di partenza dell’ascensione di Gesù alla destra del Padre (cf. Gv 1,51; At 7,55-56).
Lo Spirito santo che scende su Gesù come una colomba ci fa ricordare lo spirito di Dio che aleggiava sulle acque della creazione, dalle quali trasse la vita di tutti gli esseri viventi (cf. Gen 1,2).
Lo Spirito di Dio scende su Gesù perché in lui ha inizio la nuova creazione del mondo, quella definitiva.
L’aleggiare della colomba è anche un’allusione alla storia di Noè, il padre dei salvati dall’acqua, che attende con trepidazione il ritorno della colomba che annuncia la fine della perdizione (cfr Gen 8,8-14).
Ma questa colomba, che canta il suo amore in ogni stagione, è soprattutto il simbolo della tenerezza e della fedeltà di Dio che ininterrottamente canta il suo canto d’amore per l’umanità in attesa di una risposta positiva.
Gesù, il nuovo Adamo (cf. Rm 5,15-21; 1Cor 15,22.45), rappresenta il nuovo Israele, l’intera umanità. E l’umanità, in Gesù, diviene finalmente la sposa che fa sentire allo sposo la sua risposta d’amore (cf. Ct 2,14).
Durante la visione la voce del Padre ci dà l’autentico significato dell’avvenimento.
Qui per la prima volta Gesù viene proclamato figlio di Dio, non attraverso una citazione biblica (cf. Mt 2,15), ma dalla viva voce del Padre: «Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto».
In Gesù il cielo si congiunge alla terra, il regno dei cieli giunge a noi. Tutto ormai converge in Gesù e ogni uomo è invitato ad ascoltare la voce del Padre che dà il significato autentico a tutto ciò che avviene.
Con la sua persona e la sua vita Gesù diventa la voce del Padre per gli uomini. Tutta la sua vita, fino alla morte e alla risurrezione, illumina questo avvenimento.
Padre Lino Pedron
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