Mc 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di
Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel
Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre
gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi
farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando
un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi
nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo
nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Giovanni il Battista ha introdotto Gesù nella storia del suo tempo, poi è scomparso dalla scena bruscamente:
questo è il destino di tutti i profeti. Giovanni scompare per lasciare il posto al "più forte" di lui.
Le parole di Gesù del v. 15 contengono due elementi: l’annuncio di ciò che Dio sta per fare e il comando agli
uomini perché rispondano all’azione di Dio con l’atteggiamento adeguato: la conversione e la fede.
"Il tempo è compiuto". L’attesa è finita, le promesse si sono realizzate; è l’ultima tappa della storia della salvezza,
l’ultima fase della realizzazione del progetto di Dio; è la fine dei tempi (Ger 3,17; 5,8; 50,4.20; Ez 7,7.12; Dan
7,22; 12,4.9); è giunta la pienezza dei tempi (Gal 4,4; Eb 9,26); il momento presente è pieno fino all’orlo della presenza
di Dio che salva.
Proclamando il vangelo, Gesù dà consistenza alla storia degli uomini, dà un contenuto vero e un senso nuovo
al tempo e allo spazio: dà senso al passato, al presente e al futuro.
Gesù è Dio che riempie di senso infinito il nostro
non-senso: senza di lui siamo pieni di vuoto.
"Il regno di Dio è vicino".
E’ vicino il momento in cui Dio eserciterà in modo effettivo e completo la sua sovranità
sul mondo. Se adesso il mondo è governato dalla potenza del denaro, dell’inganno e della forza (la potenza di satana),
è vicino il momento in cui Dio prenderà nelle sue mani il potere. Sta per cambiare radicalmente il regime del
governo del mondo: si instaura definitivamente la sovranità di Dio che significa giustizia, concordia, pace, pienezza
di vita.
"Dio regna!" è la buona notizia.
Se finora gli uomini hanno obbedito a satana e le loro scelte erano determinate
dall’interesse, dal proprio comodo e dalla volontà di primeggiare, ora non deve più essere così: c’è stata la rivoluzione,
è cambiato il regime e la legge.
Il regno di Dio è presente nella persona di Gesù, nelle sue parole: poi si comunicherà ai Dodici, alle folle e al
mondo.
"Convertitevi e credete nel vangelo". La conversione è un cambiamento radicale, un vero e proprio rovesciamento,
un passaggio dall’egoismo all’amore, dalla difesa dei propri interessi alla solidarietà. Deve cambiare
l’atteggiamento interiore e la condotta esteriore. Convertirsi è voltarsi verso Dio in atteggiamento di obbedienza e
accogliere con gioia la sua sovranità.
Se la sovranità di satana era oppressiva, quella di Dio sarà liberante: servire
Dio è regnare.
Ecco dunque il vangelo: la possibilità di sperimentare gioiosamente la sovranità di Dio sulla propria vita.
Il breve racconto della chiamata dei primi quattro discepoli vuole essere un esempio concreto di conversione;
non la conversione proposta a degli specialisti del regno di Dio, ma semplicemente la conversione necessaria per
essere cristiani.
L’iniziativa è di Gesù: la vita cristiana non è tanto una scelta nostra quanto una risposta alla sua chiamata.
L’appello di Cristo ha una nota di urgenza: è il momento favorevole, non c’è tempo da perdere: è la grande occasione.
L’appello di Gesù esige un distacco radicale: lasciare le ricchezze (Mc 10,21), abbandonare la strada del dominio
e del potere (Mc 9,35), smantellare quell’idea di Dio che abbiamo costruito a difesa dei nostri privilegi (Mc 7,8-
13), vivere nella logica della croce (Mc 8,34) fino a riconoscere nel volto sfigurato di un uomo crocifisso la vera immagine
del Dio senza figura (Mc 15,39).
"Subito, lasciate le reti, … lasciato il padre, … lo seguirono".
Il racconto della chiamata degli apostoli si ispira alla
chiamata di Eliseo (1Re 19,19-21). Immediata rottura con il passato, cambio di rotta, conversione. Per questi
primi quattro discepoli la forza di attrazione del regno di Dio è stata così grande da superare quella del possesso,
degli affetti familiari e dell’abitudine.
La fede si concretizza in un’adesione totale alla persona di Gesù,
nell’accogliere lui come guida e come scopo della propria vita: vivere per lui nel senso più pieno.
Padre Lino Pedron
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