Lc 21,34-36
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della v
ita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
La nostra vita non deve essere dominata dal terrore del futuro né stordita dalle sollecitudini esagerate per i beni
della terra, diversamente non sappiamo più vedere ciò che ci attende.
Chi si interessa solo della vita terrena e dei
suoi piaceri, non ha tempo né volontà per pensare al giorno finale.
Alla sobrietà e all'attenzione bisogna aggiungere la vigilanza e la preghiera.
San Paolo ci esorta: "E' ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie.
Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rm 13,11-14).
La vigilanza dev'essere nutrita da una preghiera costante per non cadere nella tentazione finale di perdere la
fede nella fedeltà del Signore.
San Paolo scrive: "Voi fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa
sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle
tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobri… Dio non ci ha destinati alla sua
collera, ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi" (1Ts 5,4-10).
La vigilanza cristiana è l'esatto contrario dell'oppio dei popoli, è il contrario del cuore appesantito dalle crapule.
La vigilanza e la preghiera sono il nostro alzare il capo davanti al Signore che viene, non come giudice, ma come
fratello.
È certo che il Signore verrà. Occorrono serietà e severità di vita, vigilanza e pietà per vivere coerentemente la
vocazione cristiana e trovarsi pronti all'incontro con lui.
Il tempio e il monte degli Olivi sono ormai i due poli della vita di Gesù.
Dalla notte di Gesù scaturisce l'aurora
della Chiesa (cf. Lc 6,12-13). Il popolo si alza presto per andare ad ascoltare Gesù nel tempio. Gesù è presentato
come la Sapienza: "La Sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque la cerca. Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà (Sap 6,12-14).
Padre Lino Pedron
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