Per ciascuno di noi, come per Lazzaro, fu proprio un “veni foras” — vieni fuori, a metterci in movimento. — Come fanno pena quelli che ancora permangono morti, e non conoscono il potere della misericordia di Dio! — Rinnova la tua santa gioia perché, di fronte all'uomo che si decompone senza Cristo, si alza l'uomo che è risorto con Lui. (Forgia, 476)
E' cosa buona considerare le insidie di questi nemici dell'anima: il disordine della sensualità e della leggerezza superficiale; l'insipienza della ragione che si oppone al Signore; la presunzione altèra che rende sterile l'amore a Dio e alle creature. Tali situazioni dello spirito sono ostacoli evidenti, e il loro potere perturbatore è grande. Per questo la liturgia ci porta nell'introito ad implorare la misericordia divina: A te, Signore. elevo l'anima mia. Dio mio, in te, confido: non sia confuso! Non trionfino su di me i miei nemici. Nell'antifona dell'offertorio ripeteremo: Confido in te, che io non sia confuso!
Ora che il tempo della salvezza è vicino, è consolante ascoltare dalle parole di san Paolo che quando si manifestarono la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini, Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua misericordia.
Scorrendo la Sacra Scrittura scoprirete costantemente la presenza della misericordia di Dio: essa riempie la terra e si estende a tutti i suoi figli, super omnem carne: ci circonda, ci previene, si moltiplica, per venirci in aiuto, e costantemente viene riconfermata. Dio, venendoci incontro come Padre amoroso, ci accoglie nella sua misericordia: una misericordia soave, buona come le nuvole apportatrici di pioggia.
Gesù completa e ricapitola tutta la storia della misericordia divina: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia; e Ancora: Siate misericordiosi, come e misericordioso il vostro Padre Celeste. (E' Gesù che passa, 7)
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martedì 4 dicembre 2012
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