Mt 11,11-15
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il
Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il
Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere,
è lui quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!
Il discorso su Giovanni però continua. Gesù riprende con l'espressione "in verità vi dico" che serve a dare rilievo
e importanza a quanto segue: "Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più
piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui" (v. 11).
Gesù passa dalla realtà umana (lo stato di figlio di donna) alla
realtà di figlio di Dio che solo i "piccoli" possiedono. Con questa affermazione Gesù sconvolge totalmente la concezione
di ciò che è grande e di ciò che è piccolo. La vera grandezza è la piccolezza.
Il vero "più piccolo" nel regno
dei cieli è proprio il Signore Gesù, il quale non si presenta come il giudice adirato annunciato dal Battista (Mt 3,6-
12), ma come il Servo che solidarizza con i peccatori e dà la sua vita per loro (Mt 3,3-17; 12,15-21; 20,28).
Gesù esprime il suo giudizio sul Battista. La grandezza di Giovanni non consiste soprattutto nell'austerità della
sua vita e nella fortezza del suo carattere, ma nell'aver preparato la via davanti al Cristo.
Giovanni Battista è inserito nella linea di continuità con i profeti dell'Antico Testamento, i quali hanno preparato
la via a Gesù. In questo senso è il più grande: perché in lui l'attesa d'Israele trova il suo compimento.
Ma vi è al
tempo stesso una rottura: il regno dei cieli. divenuto vicino agli uomini in Gesù, è di una novità assolutamente radicale;
in questo senso il più piccolo nel regno dei cieli, cioè il discepolo di Gesù, è più grande di lui. Si passa così
dalla realtà umana (lo stato di figlio nato da donna) alla realtà divina (lo stato di figlio del Padre) che solo i piccoli
possono comprendere.
Ciò che Giovanni deve scoprire, e con lui gli ascoltatori di Gesù di tutti i tempi, è che Gesù sconvolge totalmente
la concezione di ciò che è grande e di ciò che è piccolo: la vera grandezza è la piccolezza, quello scomparire che
si manifesta nell'atteggiamento di Gesù.
Il vero "più piccolo" nel regno dei cieli è proprio Gesù, la cui autorità so
vrana non assume i tratti del giudice adirato (cfr l'annuncio del Battista in Mt 3,8-12), ma quello di un servitore che
si impegna con gli uomini e patisce con essi (cfr Mt 3,13-17; 20,28).
"Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora il regno dei cieli soffre violenza, e i violenti se ne impadroniscono" (v.
12) è un'espressione interpretata in vari modi.
Può trattarsi: 1. della santa violenza di coloro che si impadroniscono
del regno dei cieli a prezzo di dure rinunce; 2.della violenza malvagia di coloro che pretendono di stabilire il Regno
con le armi (gli zeloti); 3. della tirannia delle potenze demoniache, o dei loro fautori terreni, che pretendono di conservare
l'impero di questo mondo e impedire l'affermazione del regno di Dio.
Infine alcuni traducono: "il regno dei
cieli si fa strada con violenza", cioè si stabilisce con forza a dispetto di tutti gli ostacoli.
Senza nulla togliere alle varie interpretazioni, il contesto di Matteo consiglia la terza là dove dice: "Guai a voi
scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate
entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci" (Mt 23,13).
L'interpretazione cristiana del Battista identifica Giovanni con l'atteso Elia quale precursore del Messia (Ml 3,23-
24; Sir 48,10). Il rifiuto del Battista da parte degli scribi e dei farisei è intimamente legato col rifiuto di Gesù da parte
degli stessi (Mt 11,19).
Chi rifiuta il Messia, rifiuta anche colui che l'ha preceduto. Il destino del Messia è anche il
destino del suo precursore (Mt 17,12).
Questa parte del discorso si conclude con un grido di risveglio (v. 15). L'uomo della Bibbia è ascoltatore della
Parola. Ascoltando egli giunge alla fede, non ascoltando si rende colpevole.
Gesù ha pienamente riconosciuto il Battista e la sua opera e gli ha tributato un giudizio di massimo rispetto definendolo
"più che un profeta" e "il più grande tra i nati di donna".
Padre Lino Pedron
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