Il cuore è la realtà intima e unificante, che evoca il mistero che resiste a tutte le analisi, che è la legge silenziosa più potente di ogni organizzazione e di ogni utilizzazione tecnica e organizzata dell’uomo.
Cuore indica il luogo dove il mistero dell’uomo trascende nel mistero di Dio;
là la vuota infinitudine che egli esperimenta dentro di sé grida e invoca la infinita pienezza di Dio.
Evoca il cuore trafitto, il cuore angosciato, spremuto e morto.
Dire cuore significa dire amore, l’amore inafferrabile e disinteressato, l’amore che vince nell’inutilità, che trionfa nella debolezza, che ucciso dà la vita, l’amore che è Dio.
Con questa parola si proclama che Dio è là dove si prega dicendo: mio Dio, perché mi hai abbandonato?
Con la parola «cuore» si nomina qualcosa che è totalmente corporeo e tuttavia è tutto in tutto, al punto che si possono contare i suoi battiti e ci si può fermare in un pianto beato, perché non è più necessario andare avanti dal momento che si è trovato Dio.
Chi può negare che in questa parola noi ritroviamo noi stessi, il nostro destino e il modo proprio dell’esistenza cristiana, che ci è imposto come peso e grazia insieme, e assegnato come nostra missione?
Karl Rahner
---
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento