Lc 12,8-12
Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà
davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato
davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà
lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi
di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo
vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Il cristiano è testimone di Cristo davanti agli uomini.
Il suo futuro definitivo dipende dalla sua testimonianza attuale.
Non deve tener conto del giudizio dell’uomo, ma di quello del Figlio dell’uomo; non dei tribunali della terra,
ma del tribunale di Dio.
Rinnegare Gesù è l’atteggiamento di chi non sa rinnegare sé stesso perché vuole salvare
sé stesso con i propri mezzi, invece che essere salvato da Cristo.
L’ora della persecuzione mette in evidenza questo
peccato, questo modo di vivere.
La testimonianza a Cristo non è fatta solo di parole, ma è la croce quotidiana di chi segue il Signore (cf. Lc 9,23-
24).
Gesù è «segno di contraddizione» (Lc 2,34): davanti alla povertà, all’umiliazione e all’umiltà del Figlio di Dio
fatto uomo, istintivamente ci troviamo dalla parte opposta.
Il Crocifisso è dimenticato teoricamente e praticamente
anche da noi cristiani (cf. Gal 3,1; Ef 4,20-21).
L’ignoranza del mistero di Cristo morto e risorto, è all’origine di tutti i
nostri peccati e le nostre contro-testimonianze.
«Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo».
Gesù vive come uomo in mezzo agli uomini; egli è il Figlio
dell’uomo nell’umiliazione.
Chi lo giudica soltanto secondo le sue capacità puramente umane e guarda a lui soltanto
come uomo, può non essere consapevole del peccato che compie quando oltraggia Gesù. Dio, quindi, lo perdonerà.
Gesù, prima di morire, ha pregato così: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34).
«Ma chi bestemmierà lo Spirito Santo..».
La bestemmia contro lo Spirito Santo è la perdita della fede, l’apostasia
dopo aver ricevuto lo Spirito Santo (cf. Eb 6,4-6; 10,26-39).
Questa colpa non viene perdonata perché il perdono
dei peccati e la salvezza possono essere ottenuti solo mediante la fede in Cristo.
Non è Dio che rifiuta il perdono,
ma l’uomo che, rifiutando Cristo, rifiuta il perdono e la salvezza. È il peccato di chi non si riconosce peccatore e bisognoso
di perdono (cf. Lc 18,9-14).
«Non preoccupatevi». La preoccupazione toglie ogni energia all’occupazione. La paura blocca. È il contrario
della fede. L’affanno e la preoccupazione sono mancanza di fede nella provvidenza del Padre nostro che sa di che
cosa abbiamo bisogno.
Egli ci ha donato tutto, donandoci il suo Figlio e lo Spirito Santo.
Dio sta davanti al cristiano come un Dio serio, perché la nostra vita e la salvezza del mondo è una cosa seria,
come è stata seria la croce di Cristo.
Quindi il cristiano «serio» si manifesta nella consapevolezza della responsabilità
che grava su di lui.
Tutto questo non lo scoraggia né lo deprime, anzi lo esalta, perché gode dell’onore di essere
associato a un progetto formidabile di salvezza e perché si sente continuamente sostenuto dalla potenza dello
Spirito.
Padre Lino Pedron
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