martedì 3 agosto 2010

Passiamo all’altra riva

Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento al vangelo di Matteo, 11, cap. 5-6 ; PG 13, 913 ; SC 162

« Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire sulla barca e di precerderlo sull’altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla ». La folla non era in grado di partire verso l’altra sponda, visto che essa non era Ebrea, nel senso spirituale della parola che si traduce : « La gente dell’altra riva ». Questa invece era il compito dei discepoli di Gesù : partire per l’alta riva, superare quello che è visibile e corporeo, queste realtà temporanee, e giungere per primi a quelle cose invisibili ed eterne…

I discepoli, tuttavia, non hanno potuto precedere Gesù sull’altra sponda… Egli voleva forse insegnare loro con l’esempio che senza di lui non era possibile giungervi… Cos’è questa barca nella quale Gesù ordina ai suoi discepoli di salire ? Non sarà forse la lotta contro le tentazioni e le circostanze difficili ?… Lui, il Salvatore, ordina dunque ai discepoli di salire sulla barca delle prove per giungere all’altra riva, superando le circostanze difficili mediante la sua vittoria su di esse…

Poi è salito sul monte, solo, a pregare. In favore di chi prega ? Probabilmente, in primo luogo per la folla, affinché, congedata dopo aver mangiato i pani benedetti, non faccia nulla di contrario all’invio di Gesù. Per i dicepoli in seguito, … affinché sul mare, non soffrano a causa delle onde, né per il vento contrario. Ho voglia di dire che proprio grazie alla preghiera che Gesù rivolge a suo Padre, i discepoli non patirono danni sul mare.

Se quando siamo soggetti al pericolo delle tentazioni, ci ricordassimo che il Signore ci ha obbligati a imbarcarci, perché vuole che lo precediamo sull’altra riva ! Chi non ha sopportato la prova dei flutti e del vento contrario, è impossibile che giunga all’altra riva. Perciò quando ci vediamo accerchiati da numerose difficoltà, e stanchi ci troviamo immersi in esse, pensiamo che la nostra barca sta in mezzo al mare, sbattuta dai flutti, che vorrebbero vederci « naufragare nella fede » (1 Tm 1,19)… Siamo certi che all’arrivo della quarta ora, quando « la notte è avanzata e il giorno è vicino » (Rm 13,12), si accosterà a noi il Figlio di Dio camminando sul mare per rendercelo tranquillo.
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