Sant'Atanasio (295-373), vescovo d'Alexandrie, dottore della Chiesa
La vita di Antonio, 2-4
Dopo la morte dei genitori, Antonio all'età di diciotto o vent'anni circa..., entrò in chiesa e capitò proprio in quel momento in cui si leggeva il brano del vangelo in cui il Signore dice al ricco : «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». Antonio, come se quella lettura fosse stata fatta proprio per lui, uscì subito dalla chiesa, donò ai vicini i poderi avuti in eredità dai genitori. Poi vendette gli altri beni mobili e distribuì ai poveri il ricavato che era notevole, trattenendo soltanto una modesta quota per la sorella.
Entrato nuovamente in chiesa, ascoltò il Signore che dice nel vangelo: «Non affannatevi per il domani» (Mt 6,34). Non riuscì a fermarsi in chiesa, ne uscì subito e donò ai poveri quanto ancora gli era rimasto. Affidò la sorella a delle vergini che conosceva, perché la educassero nella verginità; egli stesso, poi, fuori della sua casa, si dedicò all'ascesi, vivendo molto austeramente...
Lavorava con le proprie mani perché aveva udito che l'ozioso non deve neppure mangiare (2Ts 3,10). Coi suo lavoro non solo si comprava il pane ma faceva anche elemosina ai poveri. Pregava continuamente. Aveva infatti imparato che bisogna pregare senza interruzione (Lc 21,36). Era così attento alla lettura delle Scritture che nulla gli sfuggiva.
Ricordava tutto; al posto dei libri aveva la memoria... Così tutti gli abitanti del villaggio e i buoni, con i quali aveva rapporti, lo chiamavano amico di Dio; alcuni lo amavano come un figlio, altri come un fratello.
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