Omelie, 58 ; PL 57, 363-366
La risurrezione di Cristo ci fa rinascere nell'innocenza dei piccoli. La semplicità cristiana fa sua l'infanzia. Il bambino è senza rancore, non conosce la frode, non osa colpire. Così questo bambino che è il cristiano non si infuria quando viene insultato, non si difende quando viene spogliato, non rende i colpi quando viene percosso... Perciò il Signore dice agli apostoli : « Se non vi convertirete e non diventerete come questo bambino, non entrerete nel Regno dei cieli » (Mt 18, 3). Non dice « a questi bambini », ma « a questo bambino ». Ne sceglie solo uno, ne propone solo uno.
E chi è questo bambino dato in esempio ai discepoli ? Non penso che sia un bambino del popolo, della folla degli uomini, che fra tutti offra agli apostoli un modello di santità per il mondo intero. No, non credo che questo bambino venga dal popolo, ma dal cielo. È questo bambino del cielo di cui parla Isaia il profeta : « Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio ». È lui il bambino innocente che non sa rispondere all'insulto con l'insulto, ai colpi coi colpi, anzi in piena agonia prega per i suoi persecutori : « Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno » (Lc 23, 34). Così, nella sua profonda grazia, il Signore trabocca di questa semplicità che la natura dona ai bambini. Egli è questo bambino che chiede ai piccoli di imitarlo e di seguirlo.
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