Lc 8,16-18
Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
L’ascolto della parola di Dio è una luce che accende il discepolo perché faccia luce a chi è ancora nelle tenebre.
Chi ha realmente accolto la parola, la trasmette agli altri; chi è luminoso, illumina.
La missionarietà della Chiesa è
un fatto naturale come per la luce illuminare. Se non illumina, non è luce; se non evangelizza, non è la Chiesa di
Cristo.
La lampada simboleggia il vangelo, che non può essere tenuto nascosto, ma deve espandersi e illuminare il
mondo.
Ogni cristiano ha preso in mano la fiaccola del vangelo e deve tenerla in alto, in modo che sia più visibile a
coloro che vogliono entrare nella comunità cristiana.
La comunità cristiana è il luogo aperto a tutti, la casa sul monte, ben visibile anche ai lontani, la casa della luce.
Il richiamo al comportamento insensato di chi pone la lampada sotto il vaso o sotto il letto, non è assolutamente
fuori luogo. La luce del vangelo può essere tenuta nascosta per non lasciarsi coinvolgere nel suo chiarore, per
dormire sonni tranquilli, per non alzarsi dalle situazioni di pigrizia spirituale o di peccato.
Quando la luce che promana dal Cristo e dal suo vangelo illumina, risveglia, mette a nudo situazioni di peccato
e scopre la nostra pigrizia e infingardaggine, si preferisce nasconderla o, addirittura, spegnerla. San Giovanni ha
scritto: «La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano
malvagie» (Gv 3,19). Il testo di oggi è un invito e un ammonimento ad essere lampade accese, luminose per i
membri della comunità e per tutti.
«Non c’è nulla di nascosto che non deva essere manifestato, nulla di segreto che non deva essere conosciuto e
venire in piena luce» (v. 17). Questa frase è un’allusione al mistero inesauribile di Cristo. Ci sarà sempre qualcosa
di nascosto, che deve essere scoperto o riscoperto nella persona di Cristo e nel suo vangelo. La conoscenza del
Signore non sarà mai perfetta, esauriente, definitiva. Gesù ha detto: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che ha udito e vi annunzierà le cose future» (Gv 16,12-13).
«Fate attenzione a come ascoltate» (v. 18). Questa frase ci richiama la spiegazione della parabola del seminatore (vv.11-14). «Come ascoltate» significa: con quale atteggiamento, disponibilità, prontezza il cristiano si mette
all’ascolto della parola. Il vangelo trova sempre buona accoglienza in quelli che sono già ben disposti, viene rifiutato sovente da quelli che sono lontani dalla verità.
Quasi nessuno rifiuta la verità per partito preso, ma perché è
convinto di averla già in sé; perché è convinto che la sua verità è più vera di quella che gli altri gli annunciano. Ma,
come ci insegna il vangelo, il rifiuto dell’ascolto della parola di Dio può produrre amare sorprese.
Padre Lino Pedron
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