Lc 21,1-4
Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide
anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa
vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come
offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che
aveva per vivere».
Questa povera vedova ci dà la lezione fondamentale del vangelo: nelle due monete che getta nel tesoro del
tempio rende a Dio ciò che è di Dio, cioè tutta la sua vita.
Nel giudizio di Gesù la povera vedova ha dato più dei ricchi, perché ha dato tutto ciò che possedeva. Ella affida
a Dio la propria vita senza angustiarsi e preoccuparsi. Mette in pratica alla lettera l’insegnamento di Gesù: "Non da
tevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete… Non cercate ciò
che mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo;
ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta"
(Lc 12,22-31).
A Dio non si deve dare né tanto né poco né nulla, ma tutto ciò che siamo e abbiamo, perché "noi siamo suoi"
(Sal 100,3).
L’unica cosa da fare è corrispondere liberamente al suo amore totale (cfr Lc 10,27).
Questa donna è immagine della Chiesa. La Chiesa è la comunità dei piccoli, dei poveri e dei disprezzati, i quali
però sono grandi davanti a Dio perché donano tutto ciò che hanno con umiltà e semplicità e pongono la loro fiducia
in lui.
Nella Chiesa non contano i potenti e i sapienti: la vera storia è fatta dagli umili che, come questa vedova, vivono
l’amore concreto nello Spirito del Signore. Gesù prima di morire ce li addita come maestri.
Padre Lino Pedron
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