Signore, rendimi calmo
e staccato da tutto,
ma senza indifferenza.
Che io sia aperto e buono,
maturato dalla sofferenza,
pronto a dare agli altri
quello che non ho avuto.
Non mi resta niente.
A che cosa ancora
mi potrei aggrappare?
Eppure io vorrei
che la gioia di ogni uomo
trovasse come un'eco
nel mio cuore pacificato.
Piuttosto che soffrire
senza utilità per nessuno
e aggravare ulteriormente
le tristezze del mondo,
vorrei che da tutte le lacrime che ho versato,
mi venisse il potere di comprendere gli altri,
fino nell'intimo del loro essere,
là dove sono veramente se stessi,
là dove aspettano l'amore.
Vorrei che il mio dolore
servisse a qualcosa.
LUCIEN JERPHAGNON
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