Mt 11,20-24
Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei
suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida!
Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi,
già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente
di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi
essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma
sarà trattata meno duramente di te!».
I contemporanei di Gesù, che non hanno voluto credere alle sue parole, non si sono lasciati persuadere neppure dalle sue opere prodigiose.
Il rifiuto delle città del lago strappa a Gesù un’esclamazione di sofferenza e di indignazione,come un lamento che sale alle labbra di fronte a una disgrazia che poteva essere evitata.
Le città fortificate della Galilea furono le prime ad essere assediate ed espugnate dai romani, fin dal 67, durante la rivolta del 67-70, che culminò nella distruzione di Gerusalemme.
L’evangelista ci vuole ricordare la maggiore prontezza dei pagani nell'accogliere il vangelo in confronto con il popolo di Israele.
L’alternativa al giudizio di condanna è la conversione a Cristo.
Non esiste una terza possibilità. Il rifiuto cosciente della fede rende l’uomo colpevole.
Padre Lino Pedron
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