Gv 3,13-17
[In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: ] Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede
in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel
mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Gesù è l'unico rivelatore delle cose del cielo. Egli, pur continuando ad avere la sua dimora nel Padre, si è fatto
uomo per comunicare agli uomini la vita di Dio.
Questo mistero di abbassamento e di rivelazione sarà compiuto
sulla croce, quando Gesù sarà innalzato nella gloria, perché “chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (v.15). Allora
l'umanità potrà comprendere l'evento scandaloso e sconcertante della salvezza per mezzo della croce e guarire
dal suo male, come gli ebrei un tempo nel deserto guarirono dai morsi dei serpenti velenosi guardando il serpente
di bronzo che Mosè aveva fatto innalzare come segno di vita (Nm 21,4-9).
Anche allora tuttavia non era il serpente
di bronzo che salvava, ma come scrive il libro della Sapienza, 17,7: “Chi si volgeva a guardarlo era salvato non da
quel che vedeva, ma solo da te, salvatore di tutti”. Bisogna sempre oltrepassare le apparenze del segno e guardare
con fede alla misericordia e alla potenza di Dio. La salvezza è sottomettersi a Dio e rivolgere lo sguardo al Cristo
crocifisso. Questo è il vero atto di fede che ci comunica la vita eterna (cfr Gv 19,37).
La nuova vita generata in noi dallo Spirito è esposta quotidianamente ai morsi del serpente, il diavolo. Il rimedio
contro il peccato e la morte è il Cristo morto sulla croce. La fonte della salvezza e della vita eterna è l'amore del
Padre che ci dona il Figlio per distruggere il peccato e la morte.
I vv.16-17 esprimono molto bene il carattere universale della salvezza operata dal Cristo, che trova la sua origine
nell'iniziativa misteriosa dell'amore di Dio per gli uomini. Il fatto che il Padre ha mandato a noi il suo Figlio per
salvarci è la più alta manifestazione di Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8-16). La missione di Gesù è quella di portare
agli uomini la salvezza: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chi crede in lui non
muoia, ma abbia la vita eterna” (v.16). La scelta fondamentale dell'uomo è questa: accettare o rifiutare l'amore del
Padre che si è rivelato in Cristo.
Questo amore non giudica e non condanna il mondo, ma lo salva: “Dio non ha
mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (v.17).
Padre Lino Pedron
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