Signore, amico degli uomini...
non respingermi, non abbandonarmi,
non lasciarmi solo!
Tu sai quanto è difficile
camminare sulla via,
tu conosci la veemenza dei briganti
che si scatenano contro di noi,
tu conosci
la moltitudine delle belve malvagie,
tu conosci la mia debolezza, o mio Cristo,
e l’ignoranza
che come uomo mi porto dietro.
Del resto mi sembra
di non essere neanche più uomo,
ma mi ritrovo di molto lontano dagli uomini.
In ogni cosa sento infatti
di essere l’ultimo di tutti,
il più insignificante degli uomini.
Ti prego, mio re, mio Dio, mio salvatore,
effondi su di me la tua grande misericordia
perché colmi le mie deficienze e i miei limiti
e faccia interamente di me un uomo salvato,
al quale non manchi
nessuna grazia necessaria,
e così collochi me, tuo servo,
alla tua presenza, o Verbo,
libero da ogni condanna e biasimo,
a celebrarti per i secoli dei secoli.
SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO
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giovedì 3 aprile 2014
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