Mt 12,46-50
Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e
cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori
e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e
chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia
madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è
per me fratello, sorella e madre».
Il confronto di Gesù con gli scribi e i farisei ci ha mostrato a quale profondità il regno di Dio mette in questione
l'uomo, giudicandolo sulle motivazioni ultime del suo agire. Ora Matteo riporta la nostra attenzione verso le folle e
la parentela di Gesù. L'intervento di Gesù ci presenta di nuovo la rottura che il regno dei cieli produce nei confronti
dei legami umani di parentela. La parentela che viene dal Padre è più importante di quella che deriva dai legami di
sangue: questa è umana e temporale, quella è divina ed eterna.
Una nuova famiglia nasce attorno a Gesù. L'immagine di questa nuova cerchia familiare è rafforzata dal fatto
che Matteo designa Dio col nome di Padre. Chi fa la volontà del Padre come Gesù, diventa per lui fratello, sorella e
madre. Questa comunione ha sopra di sé il Padre celeste e, in mezzo, Gesù come fratello di tutti (18, 20).
Essere discepoli di Gesù è qualcosa di diverso dal possedere un certificato di battesimo. Il discepolo si mostra
tale compiendo la volontà del Padre, così come Gesù l'ha annunciata. Solo coloro che sono disposti a impegnarsi
totalmente per accogliere e vivere la parola di Gesù appartengono alla famiglia di Gesù.
La fraternità ecclesiale non è frutto di un impegno moralistico o di uno spirito corporativo, ma trae origine e significato
dalla fede in Cristo.
Padre Lino Pedron
-------
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento