sabato 29 ottobre 2011

685 - Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato

Un sabato [Gesù] si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cedigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

I farisei si preoccupano del loro onore, amano i primi posti nelle sinagoghe e vogliono essere complimentati nelle piazze. Esigono la precedenza davanti agli altri e sono persuasi di avere diritto ai posti di onore. Ma lo spirito del vangelo è l’umiltà, il contrario del protagonismo di quelli che scelgono i primi posti. E questa non è questione di intelligenza tattica o di galateo: è una scelta di Dio. Gesù si è messo all’ultimo posto, si è fatto servo di tutti e si è umiliato.
Per questo è stato innalzato e glorificato. Se Gesù ha scelto l’ultimo posto, anche il cristiano deve scegliere l’ultimo posto e rimanervi costantemente e saldamente. Per fare questo deve guarire dal gonfiore della sua superbia e dai suoi deliri di onnipotenza. L’umiltà è la verità dell’uomo, ma è anche la verità di Dio, perché Dio è amore. Il fine della predicazione del vangelo è portare gli uomini all’umiltà per farli diventare come Dio che è umile.
Il peccato di Adamo, il peccato di ogni uomo, è voler occupare il posto di Dio, credendo, erroneamente, che Dio sia al primo posto. Ma il vero Dio, quello che si è manifestato in Gesù di Nazaret, ha scelto l’ultimo posto. Il credente che lo ama e lo segue, lo cerca lì. Dobbiamo cercare l’ultimo posto, perché ciò che conta è la vicinanza a Dio. E questo non significa seppellire i talenti, ma investirli nella direzione giusta. E’ giusto voler essere come Dio, ma prima bisogna sapere com’è Dio. Egli è umile, povero e piccolo, perché è amore: questa è la sua grandezza, la sua gloria e il suo potere.
Il Figlio di Dio si è umiliato fino alla morte di croce e per questo fu innalzato dal Padre (cfr Fil 2, 5-11). Il cristiano deve seguirlo nell’umiliazione e nella gloria.


Padre Lino Pedron
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