Lc 10,1-9
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai
nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui,
altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.
Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio».
Questo brano di vangelo ci vuole ricordare che anche i discepoli sono stati incaricati e inviati dal Signore ad annunciare il regno di Dio. Il numero settantadue ricorda i popoli della "tavola delle nazioni" nel libro della Genesi; capitolo 10, in pratica tutti gli uomini della terra.
I missionari di Cristo vanno a due a due per dare maggior credito alla loro predicazione, perché nella testimonianza di due o tre c’è la garanzia di ogni verità (cfr. Dt 17,6; 19,15).
Rispetto all'estensione del campo e del raccolto che si annuncia, il numero degli operai del vangelo è sempre esiguo.
Bisogna andare con urgenza e andare tutti. I verbi sono imperativi: "pregate" e "andate" (v. 3). La missione degli inviati non è facile, come non è stata facile per Gesù.
I messaggeri del vangelo sono per definizione portatori di buone notizie (cfr. Is 52,7-9). Gesù li paragona agli
agnelli, simbolo di mansuetudine, che devono andare in mezzo ai lupi, cioè in mezzo agli uomini violenti e assassini. Il
loro compito è quello di portare a tutti, casa per casa, la
benedizione e la pace.
Gesù manda i suoi discepoli come il Padre ha mandato lui
(cfr. Gv 20,21).
La missione nasce dall’amore del Padre per tutti i suoi figli e termina nell’amore dei figli per il Padre e tra di loro. L’inizio di questo brano di vangelo ci invita a grandi cose: "La messe è molta" (v. 2), cioè tutta l’umanità attende da noi il gioioso annuncio che Dio è Padre e vuole che tutti gli uomini siano
salvati.
Chi conosce il cuore del Padre è sollecito verso tutti i fratelli.
Padre Lino Pedron
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