martedì 1 novembre 2011

692 - Beati......

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
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Noi ci meravigliamo quando vediamo uno che è pieno del Signore e diciamo: «Quello è un santo». Dobbiamo fare tutto l’opposto! Dovremmo meravigliarci di tutte le volte che pecchiamo, non delle volte che siamo santi, e che Dio si manifesta pienamente. Essere santi non è un lusso: è la nostra natura e non c’è niente da gloriarsi! È Dio che ci rende santi perché ci rende partecipi della sua santità, della sua pienezza: è la nostra natura. L’affanno delle cose ce lo fa dimenticare, ma la contemplazione di Dio, che noi percepiamo nei più umili, nei più semplici, in coloro che non contano ma che hanno gli occhi spalancati di meraviglia perché non sono pieni del limite delle cose, ci fa scrutare il sogno stupendo di Dio: che noi siamo conformi all’immagine del Figlio suo, che noi siamo santi e immacolati agli occhi suoi. Che festa per il cuore umano quando defi nitivamente scopre il senso dell’esistenza, il perché è al mondo. Com’è triste l’uomo fi no a quando non scopre questo senso: passa di cosa in cosa, ma non trova la risposta alla sua sete infinita. Signore, ci hai fatto per te e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te.
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