Juncturae femorum tuorum sicut monilia, quae fabricatae sunt manu artificis.(Cantico VII, I)
Le giunture dei tuoi fianchi (son) come monili lavorati per mano d'artefice.
1. punto
Considera, o anima, come Maria dal primo istante di sua vita fu tutta un essere ordinatissimo e perfettissimo, in cui la natura e la grazia si armonizzarono insieme, e lo spirito e la carne, le parti superiori e le inferiori andarono sì bene congiunte con la giustizia originale, che furono giunture mirabili, come di collane preziose, lavorate dalla mano medesima dell'Onnipotente Artefice.
E quella rettitudine, onde fu ricolma Maria, fin dal suo Concepimento senza neo di colpa originale, fu serbata sempre illesa e intatta senza la minima macchia di colpa attuale.
O Vergine eccelsa, beatissima Voi che foste sempre sì giusta e sì retta! E tu, o anima chemediti, manchevole già per la colpa originale, ancora più ti macchiasti di tanti peccati attuali!...
Ahimè! quanto hai trascurato dell'osservanza alla divina legge!... quanti precetti trasgrediti... quanti comandamenti negletti... Vedi come accanita è la lotta che si combatte in te stessa.... come il senso esce fuori della ragione..., come la carne si ribella alle leggi dello spirito!...
O Maria, nobile esempio di perfezione, siate per me luce e guida, affinchè io mi conduca rettamente per la via del Cielo.
2. punto
Considera, come Maria dall'istante della sua Immacolata Concezione, camminò sì rettamente da non declinare nemmeno in minima colpa veniale, nè nelle cose prospere, nè nelle avverse. E quantunque in quell'istante sublime avesse il dono della piena cognizione, come la creatura più favorita da Dio, privilegiata dalla colpa comune, arricchita di tutti i doni celesti, non pertanto, vedendosi cotanto gloriosa, se ne invanì in qualche modo; ma, tutta umile, magnificava l'Altissimo nelle sue misericordie. O anima, che cosa vuol dire tanta vanità e leggerezza del tuo cuore?...
Se Dio ti favorisce co' beni di natura o di fortuna o di grazia, subito il vento della vana gloria ti solleva, senza riflettere nè al profondo del tuo nulla, nè alle miserie del tuo niente, nè alla bontà del tuo Dio.
Quis te discernit?... Sei ricca; chi ti distingue dall'uomo povero?... Dio.
Sei sapiente; chi ti distingue dall'ignorante?... Dio.
Sei santa; chi ti distingue dal peccatore?... Dio.
Dunque, o anima, quid habes quod non accepisti? “che cosa hai che non abbi ricevuta?...”.
E se l'hai ricevuta, perchè ti glorii, come se non l'avessi ricevuta?
O Maria, gloriosissima e fortissima Donna, infondete Voi nel mio spirito dell'umiltà per accogliere tutto da Dio e, nelle prosperità, non disprezzare alcuno e magnificare le misericordie del Signore.
3. punto
Considera, come Maria nemmeno declinò nelle cose avverse. In quel primo istante in cui ebbe principio la Sua vita, Ella fè di se stessa un totale sacrificio a Dio, offerendosi, da quel punto, di patire qualsivoglia avversità che le potesse accadere, come aviatrice nell'esilio di questo mondo; e tutto poscia Ella accettò con allegrezza del suo spirito, stimandolo quali grazie e favori del Donator celeste per uniformarsi interamente al divino beneplacito.
O Maria, beatissima Voi, che senza colpa alcuna vi sacrificaste così lietamente alle pene! E, tu, anima che mediti, sei così molle e delicata, che ogni minimo male t'infrange; una parola leggiera ti altera, qualsivoglia piccola tribolazione ti conturba...
Vorresti tutte le cose a tuo genio... che la volontà di Dio facesse a tuo modo... Ma stolta che sei! Dio governa il mondo, Dio dispone tutto; e quel che Dio fa è adorabile. Perchè, dunque, non ricevertelo con pazienza? perchè non conformarti totalmente al suo divino volere?
Poni .mente, al contrario, alle tue innumerabili colpe per accettarne con rassegnazione le pene...O Maria, Signora e Madre di misericordia, riguardate me, miserabile peccatore e degnatevi, per pietà, farmi intraprendere il retto cammino della patria beata!
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