Gli operai del regno di Dio
Gesù Cristo, parlando della mercede che avrebbero avuto i suoi fedeli
seguaci, aveva detto che molti dei primi sarebbero stati gli ultimi, e
molti degli ultimi i primi (19,30). Queste parole erano indirettamente la
risposta a quella certa presunzione che aveva avuto san Pietro, domandando
quale premio sarebbe spettato loro per aver lasciato tutto. San Pietro
aveva parlato in quel modo per sconsideratezza, e Gesù, nella sua dolcezza,
non lo aveva rimproverato, anzi gli aveva risposto secondo il suo
desiderio; Egli, però, non poteva far passare senza una rettifica quella
pretesa di avanzare un diritto di fronte alle elargizioni della grazia e,
con una parabola, spiegò anche meglio come i primi potevano essere gli
ultimi e gli ultimi - i quali, senza pretendere nulla, si rimettono con
umiltà alla generosità del Signore -, potevano diventare i primi. Egli,
così, rivelava un segreto dell'economia della grazia che è sempre
misericordia, e della nostra corrispondenza che ha per fondamento l'umiltà
e il servire al Signore per amore.
In tutte le parabole, Gesù Cristo utilizzava o un fatto realmente successo
o le circostanze degli usi locali, in modo da presentarli con i caratteri
psicologici di un fatto reale, e renderne più completa l'applicazione che
voleva farne.
La parabola che raccontò per mostrare che gli ultimi sarebbero stati i
primi e i primi gli ultimi forse ebbe come fondamento la scena reale di
operai che attendevano lavoro su una delle piazze per le quali Egli passò.
Anticamente, infatti, gli operai si trattenevano in piazza con gli arnesi
del loro mestiere, e si offrivano pronti a chi li avesse reclutati, dopo
aver pattuito il prezzo della giornata. Gesù, nel vedere
quell'assembramento, o riferendosi all'uso che vigeva, rivolto ai suoi
cari, disse: Il regno dei cieli è simile ad un padre di famiglia, il quale
uscì di buon mattino per assoldare lavoratori per la sua vigna. Trovò sulla
piazza i primi che vi si erano radunati e, pattuita con essi la mercede di
un denaro, cioè di circa 78 centesimi, li mandò nella sua vigna. La paga,
per quei tempi, era normale e poteva dirsi anche vistosa. Non bastandogli
ancora gli operai reclutati, uscì verso l'ora terza, cioè alle nove, per
chiamare altri e, trovatili disoccupati, promise loro una giusta mercede, e
li mandò nella sua vigna. Lo stesso fece all'ora sesta e nona, cioè alle
dodici e alle tre. È evidente, dal contesto della parabola, che il padrone
reclutò gli altri operai anche per un sentimento di misericordia, vedendoli
disoccupati, e perciò verso l'undicesima ora, cioè un'ora prima del
tramonto, ritornò in piazza e, visti degli operai che oziavano perché
nessuno li aveva chiamati, li mandò nella sua vigna a fare almeno l'ultima
ora di lavoro.
Venuta la sera, il padrone ordinò al suo fattore di pagare gli operai,
cominciando dagli ultimi, e dando loro un denaro. Egli volle, in tal modo,
aiutarli nella loro povertà, e supplire, con la sua generosità, al lavoro
che essi non avevano potuto fare per non essere stati chiamati in tempo. I
primi venuti si aspettavano una paga maggiore, ma ebbero anch'essi un
denaro, secondo il patto stabilito. Ricevutolo, cominciarono a mormorare
contro il padrone e lo tacciarono d'ingiustizia verso di loro, mentre egli
era stato solo misericordioso verso gli altri. Ascoltando quelle
mormorazioni, il padrone si rivolse a uno che forse parlava a nome di
tutti, e gli fece riflettere che non aveva ragione di lamentarsi, avendo
avuto quello che gli spettava né doveva essere cattivo solo perché il
padrone era buono.
Gesù chiuse la parabola dicendo: Così gli ultimi saranno i primi, e i primi
gli ultimi, poiché molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. Queste ultime
parole: molti sono i chiamati ma pochi gli eletti, mancano nei codici più
antichi, e si trovano in altri. Alcuni credono che formino la conclusione
di un'altra parabola (22,14) e che qui siano spostate; esse, invece,
formano la chiusa logica del pensiero altissimo che Gesù intese dire nella
parabola, come subito vedremo.
È evidente, infatti che la moralità del racconto del Redentore sta in
quelle parole: Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi, e che
l'accenno ai chiamati e agli eletti si riferisce al pensiero del Redentore
che nella parabola esponeva l'ordine della divina provvidenza e della
divina grazia nell'elezione delle anime.
Padre Dolindo Ruotolo
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