In casa di Simon Pietro
Terminata l’istruzione nella sinagoga, Gesù andò in casa di Simone insieme agli altri tre apostoli; Egli aveva già in considerazione Simone, detto poi Pietro, e andò in casa di lui, quasi fosse la sua propria abitazione. Ora, la suocera di san Pietro era a letto con febbre; doveva essere non una semplice indisposizione momentanea, ma una febbre preoccupante, perché, appena Gesù fu in casa, gli parlarono dell’inferma, supplicandolo che si fosse degnato di guarirla. Gesù si avvicinò al letto, la prese per mano e l’alzò, comandandole, con questo gesto, di guarire. La febbre la lasciò immediatamente, ed ella, interamente risanata, incominciò a servire la comitiva.
Era un giorno di sabato, e il desinare era stato già preparato il giorno prima; la suocera di san Pietro, quindi, dovette solo ministrare ciò che era stato approntato. Questa circostanza, benché minima, mostra la verità del racconto e, diremmo, il colore locale della terra dove il fatto avveniva. La notizia della guarigione della suocera di san Pietro si sparse subito in città, e una folla immensa si accalcò alla porta della casa per presentare a Gesù gli infermi e gli indemoniati, e implorarne la guarigione.
Egli, nel suo immenso amore, consolò tutti con parole di vita, curò molti infermi e liberò molti indemoniati, imponendo agli spiriti perversi di tacere. Non curò tutti gli infermi che gli furono presentati, perché per molti non sarebbe stato opportuno, e parecchi, forse, mancavano di fede per avere il miracolo. Il Signore non sempre può esaudirci nelle preghiere che gli rivolgiamo per ottenere grazie temporali, perché a volte esse possono essere di ostacolo a quelle spirituali. Dio non guarda solo il momento presente, ma guarda i nostri tempi futuri e l’eternità, e proporziona le sue misericordie al nostro vero bene. Che cosa ci gioverebbe riacquistare la salute se dovesse, poi, servirci a subire nuove pene temporali e a farci pericolare nell’anima? Anche nei celebri santuari dove si operano guarigioni ammirabili, non tutti vengono esauditi nelle preghiere fatte per il corpo, ma può dirsi che tutti vengono consolati nell’anima, come mostra l’esperienza.
Sappiamo abbandonarci alla divina volontà, e sappiamo essere sicuri di Dio. Egli è infinita Carità, infinita Bontà, infinita Potenza, e non può volere che il nostro vero bene; tutto quello che ci può sembrare storto non deve turbarci, ma deve farci adorare profondamente la divina maestà. Mettiamoci al caldo dell’infinita bontà di Dio, e riposiamo tra le sue braccia; amiamolo con maggiore amore nelle tribolazioni, baciamo le sue mani soavissime, testimoniamogli una fedeltà piena, piena, incrollabile e teneramente filiale. Gesù Cristo guarì gl’infermi nella casa di san Pietro, dove commosse tutta la moltitudine; Egli continua a guarire l’inferma umanità dalla cattedra pontificia, poiché là Egli vive, dimora e manifesta la sua potenza. Nella casa di san Pietro c’era la suocera con la febbre, e Gesù, prima di operare i miracoli a beneficio di tutti, sanò la buona donna; Egli volle mostrare, così, che nella casa di Pietro può esservi anche la debolezza delle infermità umane e la febbre delle miserie umane ma che Egli cura queste miserie e le permette per mutarle in servizio dei disegni di Dio. Andiamo alla cattedra di san Pietro con piena fede, e rifugiamoci nelle braccia della Chiesa, mirabile ospizio d’amore, dove ogni giorno avvengono innumerevoli miracoli di misericordia e di grazia. Se intendessimo che cos’è la Chiesa, e che cos’è il suo centro vitale, il Papa, non saremmo così stolti da impressionarci delle calunnie che gli empi gettano sulla nostra madre benedetta, e le saremmo fedeli fino al martirio.
Don Dolindo Ruotolo
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