venerdì 23 agosto 2013

Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso

Mt 22,34-40 
Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». 

Questa terza controversia tocca un argomento scottante per il giudaismo. I rabbini ripartivano i 613 precetti della Legge in 365 proibizioni (numero dei giorni dell’anno) e in 248 comandamenti (numero delle componenti del corpo umano). 
Si trattava di sapere qual era il precetto fondamentale. 
La risposta di Gesù unisce tra loro l’amore di Dio e l’amore del prossimo (Dt 6,5 e Lv 19,18). Tutta la Legge è adempiuta in questi due amori che diventano un solo amore in Gesù, nel quale Dio e l’uomo si uniscono in una sola persona. È nella capacità di tenerli uniti anche nella vita del cristiano che si misura la fede. 
L’unione dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo come culmine della Legge è un concetto specificamente cristiano e costituisce la sostanza di questo brano e di tutto il vangelo di Gesù. Occorre però ricordare che Gesù ha ridefinito il concetto di prossimo (cf. Lc 10,30-37). L’amore del prossimo ha come presupposto l’amore di sé stessi. Ma l’amore evangelico di sé stessi! In Cristo si è manifestato l’amore di Dio e del prossimo in forma assoluta ed esemplare. È lui l’unico modello.
Padre Lino Pedron
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